Torre Grande (2361 m) – Via Miriam
Questa famosa via è un classico, a metà strada tra la palestra d’arrampicata e la montagna vera. Chi non la conosce per lo meno per sentito dire? Essa presenta roccia ottima e soste su anelli cementati, è molto ben chiodata e abbastanza continua nelle difficoltà. Il tratto più entusiasmante è quello che porta sotto il grande tetto a metà parete della Torre Grande e lo supera a sinistra. Portare cordini, nut e friend, mentre chiodi e martello, una volta tanto, risulteranno perfettamente inutili.
Zona: Dolomiti, Cinque Torri.
Difficoltà: IV, V e un tratto di V+.
Sviluppo: 5 tiri; 200 m di sviluppo.
Tempi: ore 0.15 per raggiungere l’attacco.
Cartina: Carta Topografica Tabacco 03 – CORTINA D’AMPEZZO E DOLOMITI AMPEZZANE
Accesso
Da Cortina si guida verso il Passo Falzarego. Più o meno a metà strada, a quota 1730 m circa, si stacca a sinistra una stradina asfaltata con indicazioni per il Rifugio 5 Torri. La si percorre lungamente fino ad uno spiazzo sterrato. Poco oltre c’è il rifugio.
Dal Rifugio 5 Torri (2137 m) si segue il sentiero che porta sotto la Cima Sud. La via attacca nel punto più basso del sentiero, poco a sinistra dell’angolo formato dalle pareti sud ed est (15 minuti).
// Relazione
– Si sale per rocce facili fino ad uno strapiombo giallo, lo si supera (V+, 1 chiodo) e si prosegue all’interno di un camino (chiodo cementato) fin dove possibile (V, IV+), poi si traversa un metro a sinistra, andando su verticalmente per pochi metri (IV, altri chiodi) per poi rientrare (anello cementato da non usare come sosta) andando a sostare pochi metri più in alto su un terrazzino a destra, alla base di un corto camino (8 m di II). Sosta su anello cementato. (35 m; IV+, III, II)
– Si continua verticalmente per il camino (4 m di IV+, 2 chiodi) e poi si va facilmente per cengia a sinistra, verso una spaccatura rossa. Traversando ancora si arriva ad un anello cementato di sosta posto sotto un grande tetto, poco prima di una evidente spaccatura verticale. (40 m; IV+, IV, II)
– Ci si innalza lungo la fessura verticale (IV+) per arrivare sotto un tetto (2 chiodi) che si supera traversando a sinistra con le mani dentro una fessura orizzontale (IV, 1 chiodo) fino ad un terrazzino poco più in alto con anello cementato di sosta. (50 m; IV, V, IV, III)
– Dalla sosta si rimonta il soprastante evidentissimo diedro. Seguirlo fino in cima (vari chiodi e clessidra, eventualmente anche anello di sosta) per poi superare un caminetto e uscire su di una cengia detritica. Sosta su anello cementato. (40 m; III)
– Dalla sosta si traversa alcuni metri a sinistra (chiodo cementato) e poi ci si innalza rimontando la verticale paretina (1 spit), proseguendo fino in cima. Sosta su catena con spit. (45 m; II, III, V+, V, IV, II)
Discesa
Si effettua sul lato nord con una calata di 25 m dalla sosta con due spit nell’intaglio tra le due cime Sud e Nord. Scendere ancora 2-3 metri, per preparare una seconda doppia di 20 m da un anello cementato sulla sinistra (faccia a valle). Da qui, scendere verso ovest raggiungendo dei cavi metallici. Superato il tratto attrezzato, voltare a destra e portarsi nell’intaglio tra la Cima Ovest e quella Nord, facendo attenzione ad aggirare il macigno che sta in forcella non sulla destra ma sulla sinistra (tracce di passaggio). Scendere un tratto detritico in direzione est (versante che porta alle torri Barancio e Romana) e, da un anello cementato, calarsi per altri 25 metri.
Bellissima, fatta 2 volte, con e senza traverso. Prima parte un pò liscia in quanto molto usata come “palestra”
Sì, un vero classico!