Marmolada (3343 m) – Ferrata Cresta Ovest e via normale
Poteva mancare la descrizione della salita alla vetta più alta delle Dolomiti? Non credo. Tutti, prima o poi, desiderano infatti salirla, e l’ascensione non deluderà, né per i bei passaggi e l’impegno, né per i panorami, semplicemente immensi.
Questa è comunque un’ascensione da non sottovalutare sia per l’ambiente (quota, ghiacciaio, versante nord) sia per le difficoltà tecniche (ferrata classificata “molto difficile”, uso di ramponi e piccozza, crepacci). Il giro proposto è un po’ quello più classico: partenza dal Passo Fedaia, Ferrata Cresta Ovest e ritorno per la via normale, lungo il crepacciato ma non troppo impegnativo ghiacciaio. Necessari i ramponi e la piccozza, oltre naturalmente a imbrago, dissipatore, cordini e moschettoni a ghiera per il tratto attrezzato. Utile, ma non strettamente necessaria, è la corda.
Zona: Dolomiti, Gruppo della Marmolada.
Dislivello in salita: 700 m circa.
Difficoltà: EEA – ferrata difficile; ampi tratti su ghiacciaio crepacciato.
Tempi: ore 4.00 per la salita.
Cartina: Carta Topografica Tabacco 015 – MARMOLADA, PELMO, CIVETTA-MOIAZZA
// Relazione
Parcheggiata l’auto presso il Passo Fedaia (2056 m), uno dei luoghi simbolo del Giro d’Italia, si sale con la seggiovia fino al Pian dei Fiacconi (2625 m) e si prende il sentiero 606 che prima taglia verso ovest il versante nord del monte, indi aggira per terreno roccioso e ampie zone ghiacciate una costola rocciosa, risalendo fino a Forcella Marmolada (2910 m). Sin qui ore 1.30.
Ha ora inizio la ferrata, che con scale e funi metalliche permette di percorrere interamente la cresta ovest della Marmolada, sempre in versante nord tranne che in alcuni punti dove si percepisce l’abisso della grande parete sud, che tocca le ghiaie 900 metri più in basso. Le attrezzature non sono continue e vi sono vari passi esposti. Da quota 3200 circa c’è l’incontro con il ghiacciaio e conviene indossare i ramponi e utilizzare la piccozza. Un centinaio di metri di dislivello più in alto si raggiunge la Capanna Penìa e poco oltre la vetta (ore 2.30 da Forcella Marmolada, 4.00 complessivamente).
La discesa si svolge verso nord nord-est, lungo una traccia sulla cresta nevosa detta “Schena de Mul”, fino allo sbocco a destra sulla ripida parete rocciosa, non attrezzata (I grado inferiore), che conduce in basso sul ghiacciaio tra Punta Penìa e Punta Rocca. Si continua per una traccia nella neve, zigzagando tra i crepacci (attenzione!) e poi per terreno roccioso e ghiaioso fino al Pian dei Fiacconi (ore 2.30).
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