Parcheggi con la spalla dello pneumatico
Tra le varie bizzarrie che si possono vedere in giro per la città di Trieste, ci sono i parcheggi realizzati con la spalla dello pneumatico.
Cosa sarà mai, vi chiederete…
E’ presto spiegato: l’auto, posizionata di fianco al cordolo del marciapiede, ha una ruota [quando non tutte e due!] a contatto diretto con il bordo del marciapiede stesso, è sollevata da terra e resta sospesa solo grazie alla forza d’attrito della spalla del copertone sul bordo esterno del marciapiede. Non sullo spigolo del marciapiede, si badi bene, ma proprio sul bordo esterno.
Questo tipo di parcheggio non passa inosservato, per lo meno ai miei occhi, tanto che, vedendolo, non ci si può non chiedere, “ma come avrà mai fatto il proprietario dell’auto, l’autore del capolavoro, a non rendersene conto e a non rimediare?”.
Si sa, spesso gli artisti sono inconsapevoli del proprio talento.
Un giorno di tanti anni fa, camminando per una viuzza di Trieste, mi capitò di vedere addirittura due automobili parcheggiate in questo modo. Fu un colpo di fortuna credo irripetibile.
Le foto presenti in questa pagina documentano alcune auto diverse, parcheggiate in questa maniera strana, tra il 2005 ed il 2007.
Nota: da molto tempo mi chiedevo guardando le gare di Rossi in Tv o quelle della Rossa sempre in Tv, se si potesse dire allegramente i pneumatici e il pneumatico, come fanno sempre i nostri commentatori televisivi. Sarà ma ame proprio non tornava, preferendo lo pneumatico e gli pneumatici. In occasione di questo post, mi sono voluto togliere il dubbio e ho letto sul sito dell’Accademia della Crusca che “niente vieta di usare gli uni o gli altri anche se, nello scritto e negli usi più formali, si ritiene che siano più indicate le forme lo pneumatico, uno pneumatico, gli pneumatici, degli pneumatici”.
