Rivista del CAI – 2010 : In cima alle Isole del Quarnero – 5 itinerari escursionistici – articolo di Luca Bridda
testo e foto di Luca Bridda
Sul finire di agosto mi ritrovai finalmente seduto alla scrivania, con l’intenzione di condensare in un articolo le informazioni raccolte percorrendo alcuni sentieri delle Isole Quarnerine. Ero appena tornato dal mio quarto viaggio laggiù e l’entusiasmo che sentivo era ancora fortissimo. Aprii con soddisfazione la mia Moleskine nera e cominciai a sfogliare quelle pagine ricoperte di appunti e punteggiate di cancellature. Ogni frase mi ricordava un ben preciso momento, un passaggio, una sensazione vissuta, un pezzo di orizzonte macchiato di terre e di mare.
Per il mio racconto decisi di immaginare un ampio on the road di quasi 600 chilometri che collegasse 5 isole e altrettante ascensioni, un percorso fatto di strade tutte curve, di brevi traversate in traghetto, di villaggi talvolta di una bellezza struggente e di sentieri sassosi tra prati di salvia.
Queste salite che io avevo fatto per distrarmi dall’ozio della vita di spiaggia, alla fine – pensai – per qualcuno sarebbero potute diventare il pretesto per recarsi laggiù a scoprire questi luoghi, spiagge e mare compresi.
Il Golfo del Quarnero è un’ampia insenatura del mare Adriatico che si apre nella sezione NO della Croazia. E’ occupato da molte isole, le maggiori delle quali sono Cherso/Cres, Lussino/Losinj, Veglia/Krk e Arbe/Rab (Encarta 2009). Su Wikipedia si legge che, “per convenzione, non rientrano tra le quarnerine Pago con le isole minori di Scherda, Maon e Puntadura, e le cosiddette isole liburniche occidentali (Ulbo, Selve, Premuda, Scarda, Isto e Melada)”. Subito sotto Fiume troviamo l’imponente sagoma di Veglia, la più grande isola del Mar Adriatico. A sinistra ecco che per quasi 80 km si allunga nel mare la selvaggia Cherso con, al centro, il grande occhio blu del lago Vrana. Lussino è separata da Cherso solo grazie ad uno stretto canale artificiale, la Cavanella d’Ossero, la cui costruzione risale all’epoca romana. Subito a sud di Veglia troviamo infine Arbe, la cui forma ricorda vagamente un pesce. Tutto attorno ci sono i vari isolotti, tra i quali spicca l’Isola Calva, così chiamata perché quasi totalmente priva di vegetazione. Essa è famosa e visitata per i resti di un terribile campo di prigionia jugoslavo.
Ogni isola presenta una o più elevazioni tondeggianti di massimo 5-600 metri coperte di bassa vegetazione e pietraie, che regalano panorami davvero straordinari sulle varie isole intorno e sui bracci di mare che le separano.
Il nostro on the road parte dal valico di Pesek, nei pressi di Trieste, che senza più controlli doganali permette l’ingresso in Slovenia. Si percorre la statale per Fiume/Rijeka tra radure e fitti boschi, si oltrepassa la frontiera con la Croazia e si imbocca la nuova autostrada. Dopo meno di 20 km bisogna prendere l’uscita per Opatija, superare questa cittadina balneare e proseguire lungo la costa fino a Brestova, dove c’è l’imbarco dei traghetti per Cherso. La traversata dura solo 15 minuti e deposita auto e passeggeri presso Porozina, sulla punta nord dell’isola. Da qui si risale la strada principale per 12 km fino ad una sella dove si trova il bivio per Beli. Questo è il punto di partenza per l’ascensione al Monte Sis (639 m), balcone panoramico eccezionale sulla costa istriana e sulla stessa isola di Cherso, che si estende placidamente verso sud. L’itinerario continua per altri 45 km, sempre lungo la strada principale, e conduce a Osor. Qui un ponticello girevole permette l’accesso all’isola di Lussino. Presso il non lontano abitato di Nerezine inizia il sentiero di salita al Monte S. Nikola (557 m) e al Televrin (588 m). Per passare sull’isola di Veglia dobbiamo a questo punto tornare sui nostri passi e dirigerci a Merag, sulla costa est di Cherso, dove ci si imbarca per Valbinska (20 minuti). Si guida quindi in direzione della località di Krk (Veglia) e poi verso Baska, lasciando l’auto presso il valico a 320 m di quota, giusto alla fine della salita. Da questo punto inizia il percorso escursionistico per l’Obzova (569 m) ed il Veli Vrh, stupende cupole rocciose spazzate dalla Bora ed immerse in un ambiente particolarmente arido di grande suggestione. Attraverso un ponte si torna sul continente poco a sud di Fiume e si percorre un lungo tratto della statale costiera sino a Jablanac, punto d’imbarco per Arbe/Rab. Dopo essere sbarcati ci si dirige verso Mundanije, un paesino agricolo non distante da quel gioiello di cittadina che è Arbe. Da qui una strada cementata porta alla cima del Kamenjak, punto più elevato dell’isola. Non dubito tuttavia che l’appassionato di trekking compirà la salita per il sentiero che si stacca sulla sinistra poco dopo il paese. Come ultima tappa, caldeggio la gita in Taxi Boat dal porticciolo di Lopar sino all’isolotto desertico di Goli Otok (Isola Calva) per salirne l’unica e imperdibile sommità, pietra su pietra nel blu del mare tutt’attorno.
Cherso: M. Sis 639 m
Escursione monotona ma che regala panorami indimenticabili.
La salita inizia dal passo di Križići (371 m), che si trova nella parte più stretta dell’isola, dove c’è il bivio per il paese di Beli. L’evidente sentiero sale con pendenza regolare verso NO, sempre a destra di un lungo muro. Il segnavia bianco e rosso conduce in 45 minuti e senza possibilità di errori sulla cima del Monte Sis (639 m).
Lussino: Sv. Nikola 557 m e M. Televrin 588 m
Salita assolutamente imperdibile con panorami ampi e sempre diversi. La cartina per escursionisti è disponibile gratuitamente presso l’uff. turistico di Nerezine.
Traversato il ponte che collega Cherso con Lussino, si guida per circa 3 km in direzione Mali Losinj. All’altezza di Nerezine si prende una stradina a destra per la località di Pescine (cartello, fare attenzione) e la si segue fino a quando diventa sterrata. Qui parte il largo sentiero (cartello segnaletico) che risale il pendio tra boschi e sassi. Giusto sotto la cima del Monte Sv. Nikola c’è un bivio: a sinistra si sale in 1 minuto alla panoramicissima vetta (1 ora e 15 dal parcheggio) mentre a destra si prosegue per 15 minuti fino ad un largo spiazzo caratterizzato da un’antenna. Si imbocca la strada sterrata sull’opposto versante ma la si abbandona subito per prendere a sinistra il sentiero (ometto e indicazioni) per la cima del Televrin, raggiungibile in altri 10 minuti (25 min. dallo Sv. Nikola). Per scendere si può rifare il percorso in senso inverso ma sarebbe un vero peccato. Ben più consigliabile è la discesa lungo i versanti nord e est fino ad Osor. In questo caso ovviamente serve una seconda auto. Dalla cima del Televrin si scende verso N-O (indicazione “Osor”) per la larga dorsale del monte o poco a sinistra. Superato un inutile cavo metallico si prosegue fino ad incrociare nuovamente la strada sterrata, la quale va attraversata e immediatamente tralasciata, proseguendo per il sentiero che perde rapidamente quota. Due successivi bivi vanno risolti seguendo i cartelli per Osor sino ad arrivare al campeggio nei pressi di detta località (1.30 dalla cima del Televrin).
Veglia: Obzova 569 m e Veli Vrh 547 m
Escursione ariosa e divertente, su vasti pendii quasi desertici. Prestare attenzione all’orientamento.
Lungo la strada che collega la cittadina di Veglia (Krk) con Baska si incontra un valico a quota 320 m circa da cui parte il nostro itinerario (grande cartello con indicati i tempi delle varie escursioni). Parcheggiata l’auto, si percorre la larga strada a destra, prima sterrata e poi asfaltata, superando una sbarra e un primo cancello. Ad un secondo cancello fare attenzione ad imboccare il secondo sentiero dei due che si staccano sulla destra, e che riporta l’indicazione “130 a”. Si prosegue lasciando sulla destra la cupola rocciosa del Veli Vrh e inoltrandosi su terreno sassoso fino ad un avvallamento con laghetti, cui ne segue un secondo altrettanto affascinante. Superata una macchia di alberi (attenzione sempre ai segnavia) si prosegue rasentando un lungo muro sino ad un cancello presso un bivio. Si seguono le indicazioni per l’Obzova e in 15 minuti si è sulla larga cima (1 ora e 20 dal parcheggio). Ora bisogna tornare indietro seguendo i bolli rossi verso NO, cioè in direzione della cima del Veli Vrh (indicazioni) transitando prima per la sommità della Brestovica (558 m) e poi per quella del Veli Vrh stesso, caratterizzata dal segnale trigonometrico. Da qui si scende per l’opposto versante seguendo la segnaletica per “Punat” e poi, nei pressi di un ovile ristrutturato già ben visibile dalla cima, raccordandosi con il sentiero dell’andata (1.15 per il ritorno).
Arbe: M. Kamenjak 408 m
Percorso vario e interessante che regala un panorama assolutamente istruttivo. Piantina dettagliata dei sentieri presso l’uff. turistico di Rab.
Dalla cittadina di Rab si guida l’auto verso il vicino abitato di Mundanije (cartello con indicazione per il Kamenjak) proseguendo lungo la strada che, superato il paese, inizia a guadagnare quota e teoricamente porta sino in cima. Qualche centinaio di metri dopo l’inizio della salita si stacca a sinistra un evidente sentiero segnato; seguirlo facendo attenzione a richiudere dietro di sé i vari cancelli di legno che si incontrano. Il sentiero supera una valletta e sbuca sul pianoro poco a sinistra della cima, dove purtroppo sono installate delle antenne davvero poco fotogeniche. Per meglio godere del panorama conviene proseguire oltre le strutture metalliche, sul versante che guarda il continente, dove una miriade di ometti di pietra segna la conclusione dell’escursione (1 ora). La discesa può tranquillamente essere fatta lungo la strada carrozzabile.
Isola Calva: M. Glavina 227 m
Solo pietre, pietre e ancora pietre. Emozionante l’arrivo in cima quando compare Veglia e…il Velebit sembra così vicino.
Dal porticciolo dell’isola si segue in direzione N-NE la strada principale che passa tra i fabbricati cadenti dell’ex carcere. Dopo circa 10 minuti si arriva ad un bivio ove va imboccata la larga strada di pietre che, con tutta evidenza, risale sinuosamente il pendio verso est. Giunti al suo termine, in prossimità della ripida costa rocciosa che si tuffa nel mare, si seguono a sinistra i segni rossi che punteggiano la pietraia e si risale di roccia in roccia l’ultimo tratto fino alla casamatta della vetta (1 ora).
Per ragioni di spazio, nell’articolo non sono state inserite le mappe. Eccole diponibili