PARCO NAZIONALE DOLOMITI BELLUNESI – scheda pratica per il visitatore
La Piazza del Diavolo (foto di Enrico Canal presente sul sito del parco)
Il Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi è stato istituito nel 1990 e si estende per 32.000 ettari all’interno della Provincia di Belluno, tra le valli del Cismon ad Ovest e del Piave ad Est, con propaggini a nord verso il bacino del Maè (Val Prampèr) e nel basso Agordino. Comprende in tutto o in parte i gruppi montuosi delle Alpi Feltrine, dei Monti del Sole-Feruch, della Schiara-Talvéna e del Prampèr-Spiz di Mezzodì. Questi gruppi rappresentano un po’ l’essenza più selvaggia ed integra delle Dolomiti ed in alcuni punti sono poco o per nulla frequentati.
Il Parco racchiude in sé paesaggi di aspra bellezza e di difficile accesso, come pure praterie in quota dolci e bucoliche. Da un punto di vista prettamente spettacolare, le crode dolomitiche qui danno il meglio di sè con il poderoso Sass de Mura, con la famosa Schiara e con una delle 3 pareti più alte delle Dolomiti, quella del Burel, oltre 1500 m di verticalità.
La zona del parco è scientificamente rilevante soprattutto per la grande ricchezza e rarità della flora. Le piante con fiori e quelle come le felci, dotate di radici, fusto e foglie, hanno una consistenza di circa 1.400 entità cioè 1/4 della flora dell’intero territorio nazionale, e tra queste non sono poche quelle endemiche, rare, o di elevato valore fitogeografico.
Il settore delle Vette Feltrine è caratterizzato da cime erbose ed estesi detriti di falda, circhi glaciali e conche carsiche di rara bellezza. Vi si accede generalmente da Croce d’Aune. II sottogruppo di Cimonega ha invece un’impronta tipicamente dolomitica e culmina nei 2550 m del Sass de Mura. E’ accessibile dalla profonda Valle Canzoi, dalla quale si raggiungono anche gli altopiani dei Piani Eterni. Aspetti dolomitici e prealpini sono mirabilmente fusi nei sottogruppi del Pizzocco e di Agnelezze. I Monti del Sole rappresentano il cuore selvaggio del Parco. Superbi e quasi inaccessibili, si propongono quale santuario dove le forze degli agenti naturali sembrano respingere i tentativi dell’uomo di piegare la natura. Già da quote molto basse, profonde forre, canalini detritici, cascatelle, ripide creste e spuntoni rocciosi, dirupi boscati, delineano un paesaggio di rara selvaggia suggestione. Anche sul versante bellunese si apprezza l’alternanza fra imponenti pareti dolomitiche (si pensi al Burel e alla Schiara) e cime erbose (Monte Serva). Di eccezionale pregio anche la bella foresta nella conca di Cajada e gli spalti erboso-rupestri del gruppo della Talvéna. Caratteristici delle Dolomiti più interne sono infine i freschi versanti sulla destra idrografica del torrente Maé (Val Pramper e del Grisol) che si differenziano nettamente dagli aridi e dirupati pendii che si osservano risalendo la Valle del Piave tra Ponte nelle Alpi e Longarone. All’interno del perimetro del Parco sono inclusi i due laghi artificiali del Mis e de La Stua in Val Canzoi.
Come arrivare
Il Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi è a meno di cento chilometri da Venezia. Le principali città d’ingresso al parco sono Belluno e Feltre. Belluno è raggiungibile in auto da Mestre e Venezia, attraverso l’autostrada A27 (uscita Pian di Vedòia) e poi lungo un breve tratto, prima della statale 51 fino a Ponte nelle Alpi e poi della statale 50. Feltre è raggiungibile da Vicenza percorrendo l’autostrada della Val d’Astico A31 (uscita Dueville), proseguendo poi lungo la statale 47 (della Val Sugana) quasi fino a Primolano, e quindi un tratto della statale 50 bis, poi 50. Da nord le principali vie d’accesso a Feltre sono: per chi proviene da Trento la statale 47 (superstrada della Val Sugana) fino a Primolano, e la statale 50 per chi valica il Passo Rolle; e a Belluno, per chi giunge da Cortina d’Ampezzo e dal confine austriaco, è la statale 51 (di Alemagna).
Dal Friuli Venezia Giulia, per chi proviene da Gorizia, Trieste e dal confine sloveno, è preferibile percorrere l’autostrada A4 ed imboccare, prima di Mestre, l’autostrada A27 per Belluno; mentre chi giunge da Udine e Pordenone può seguire la statale 13 fino a Vittorio Veneto e poi la statale 51 per Ponte nelle Alpi e da qui un breve tratto della statale 50 fino a Belluno.
La superficie del Parco è intersecata da due arterie stradali: la provinciale n.2 della Valle del Mis e la statale Agordina n.203 nel tratto che percorre la bassa Val Cordévole. Hanno un percorso pressoché parallelo, sono separate fra loro dal Gruppo dei Monti del Sole, e mettono in comunicazione la media Val Belluna con l’Agordino.
Salvo la statale 203 Agordina, che risale la valle del Cordevole, e le strade della Val Canzoi e della Valle del Mis, non esistono altre strade di penetrazione nell’area del Parco. Strade e piste forestali sono rigidamente precluse al transito veicolare.
Feltre e Belluno sono servite dalla linea ferroviaria Padova-Montebelluna-Feltre-Belluno-Calalzo anche con servizio di trasporto biciclette (Padova-Feltre 83 Km in circa1 ora e 30 minuti, Feltre-Belluno 31 Km in 30 minuti). Treni diretti da Venezia per Belluno sono convogliati sulla linea Venezia-Treviso-Conegliano-Ponte nelle Alpi-Belluno (160 Km in circa 2 ore). Dalle città è possibile raggiungere i punti di inizio delle escursioni prevalentemente in autocorriera (info presso la Dolomiti Bus).
Strutture ricettive in quota http://www.dolomitipark.it/it/rifugi.bivacchi.php
Webcam www.dolomitipark.it/it/page.php?id=257
Periodo migliore: da metà giugno a fine ottobre
Sede: Piazzale Zancanaro, 1 – 32032 Feltre (BL)
Tel. 04393328 info@dolomitipark.it www.dolomitipark.it
Buongiorno Luca,
Mi intrigano i posti isolati e selvaggi, dove l’influenza dell’uomo non ha alterato quel miracolo che è la natura. Non conosco quella zona, che tu sappia, questo parco, per quanto riguarda la fauna selvatica, è ben frequentato? Viviamo anni in cui gli animali selvatici si riappropriano dei territori da cui erano stati cacciati e trovo questo bellissimo…
Presto amplierò questo articolo dedicato al Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi, Andrea, perché lo conosco molto bene e vorrei suscitare la giusta curiosità in altre persone amanti della natura.
Ci sono moltissimi animali che scorrazzano liberi, sì, e luoghi dimenticati dall’uomo, impervi, dove la natura ha ripreso possesso di tutto, ma anche zone bucoliche, dolci, facili, estremamente spettacolari.