Dolomiti road-trip: le Dolomiti in auto e a piedi
Le Dolomiti sono una zona montuosa piuttosto vasta, composta da innumerevoli gruppi e sottogruppi. La domanda che il turista escursionisticamente non troppo agguerrito spesso si pone, è la seguente: dove andare esattamente per poter vedere queste vette dai punti di osservazione migliori? Dove è possibile godere delle inquadrature più spettacolari senza dover troppo camminare, muovendosi prevalentemente in auto? Quali cime rappresentano il top da un punto di vista prettamente estetico e possono quindi assurgere a simbolo delle Dolomiti stesse? Come visitare le Dolomiti in auto?
Nelle righe che seguiranno descriveremo un itinerario automobilistico che, con un minimo di logica, porti il turista a toccare i balconi panoramici migliori (i view points, per dirla alla maniera degli americani) per poter ammirare le Dolomiti. Tutto questo guidando un’automobile e facendo 3 escursioni tecnicamente non difficili.
Poichè in estate è usuale che già a metà mattina si formino dense nubi cumuliformi che tendono a coprire le vette, il periodo migliore per fare questo on the road è quello autunnale. La temperatura è più fresca, l’umidità è minore e le nuvole non si formano: le giornate soleggiate rimangono tali per tutto il giorno. Consigliamo in particolare il mese di ottobre, quando ancora non è caduta la neve e le giornate sono una più limpida dell’altra.
Km totali in auto: oltre 500; escursioni necessarie: 3
L’itinerario
Da Venezia ci si dirige verso le Dolomiti con l’autostrada A 27, uscita “Belluno”. Passando per Ponte nelle Alpi si prosegue alla volta del capoluogo di provincia, il cui piccolo centro storico merita sicuramente una visita. Siamo nella Valle del Piave e ogni vetta che si ammira verso nord e verso ovest fa parte del selvaggio Parco Nazionale delle Dolomiti Bellunesi, un parco che occupa una piccola sezione di Dolomiti ma che ne protegge l’essenza ancora selvaggia e incontaminata. Simbolo di Belluno è la Schiara, una montagna di dolomia che con l’ago di roccia della Gusela del Vescovà fa da sfondo alla città. Siamo diretti verso nord, per ammirare una delle tre pareti più grandi delle Dolomiti. Da Belluno si segue quindi la strada per Agordo, che taglia tutto il Parco e sbuca in una valle larga e incantevole. Giunti presso Taibon Agordino bisogna imboccare la Valle di San Lucano che si insinua per 8 km tra le Pale di San Martino e quelle di San Lucano. Da quota 800 m in poi (VIEW POINT 1) spicca in tutta la sua potenza uno dei più grandi colossi delle Dolomiti, l’Agner, che a sud svetta perfetto in mezzo ai suoi satelliti appuntiti. Tra la località Lagunaz e la fine della strada a Col di Prà, lo spettacolo è assicurato.
Ritornando sui nostri passi prendiamo la strada che si dirige verso Gosaldo, oltrepassiamo il Passo di Cereda e scendiamo sull’opposto versante, in territorio trentino. Alla nostra destra abbiamo le stupende Pale di San Martino tra cui spicca il Sass Maor mentre verso sud si innalzano le massicce sagome del Gruppo del Cimonega. Ci dirigiamo verso il famoso centro turistico di San Martino di Castrozza e proseguiamo fino al Passo Rolle. Qui cerchiamo le indicazioni per la Baita Segantini presso la quale parcheggiamo (VIEW POINT 2). Da questo strepitoso punto panoramico possiamo ammirare uno scenario celeberrimo. Da destra, svettano il Cimon della Pala, la Cima della Vezzana e la Cima dei Bureloni, più tutta una serie di bei campanili.
Proseguiamo verso Predazzo, Moena e Vigo di Fassa. Qui imbocchiamo la strada che sale al Passo di Costalunga e poi scende al Lago di Carezza, in Alto Adige. Da questo lago, terzo view point (VIEW POINT 3) che segnaliamo in questa sede, si ammira quel perfetto concentrato di enormi canne d’organo che va sotto il nome di Latemar. Le torri si susseguono regolari come sfondo al lago verdissimo e alla foresta retrostante: una meraviglia.
La prossima tappa ha come obiettivo la visione delle pareti del Catinaccio, ed in particolare delle famosissime Torri del Vajolet. Torniamo perciò indietro verso il passo e poco prima dello stesso imbocchiamo la strada che verso nord conduce al Passo Nigra. A destra si susseguono panorami sulla perfetta parete della Roda di Vael e poi sulla Croda di Re Laurino per giungere alfine ad ammirare le Torri (VIEW POINT 4).
Proseguendo si passa per Tires e poi si raggiunge la statale, che va seguita in direzione Bressanone fino a Chiusa di Val Gardena, ove (poco dopo) bisogna fare attenzione alle indicazioni per la Valle di Funes, piccola valle laterale che regala l’immagine fiabesca delle Odle, un gruppo che definire fatato è poco (VIEW POINT 5). Queste strutture rocciose straordinarie si sviluppano lungo il versante sud della valle e terminano verso sinistra con due elevazioni di tremila metri, il Sass Rigais e la Furchetta. La valle va percorsa interamente ma senza fretta, fino al termine della strada carrozzabile.
Da Pizzago/Pitzach si prende poi la strada per il Passo di Eores e poi per il Passo delle Erbe (VIEW POINT 6), da cui si ammira l’elegante parete nord del Sass da Putia. Sempre verso est si scende in Val Badia e si prosegue verso sud passando per Pedraces e Corvara, sovrastata dall’incombente Monte Sassonger. Il nostro itinerario ci porta a fare ora il giro del Gruppo del Sella, un vero classico.
Da Corvara si va al Passo Gardena e al Passo Sella (VIEW POINT 7): verso ovest si innalzano le tre vette principali del Sassolungo, un regno di dolomia che come una barriera corallina si innalza sui pascoli verdi e dolci di questa zona. A destra spicca la sagoma potente del Sassolungo in senso stretto, al centro si aprono le Cinque Dita (con il perfetto “Pollice” dritto e arditissimo) e a sinistra la Punta Grohmann, dedicata alla memoria del grande pioniere delle Dolomiti.
Proseguiamo il giro del Sella scavalcando anche il Passo Pordoi, tornando nel Bellunese e guidando verso Livinallongo. Ora è doveroso rendere omaggio alla Parete delle Pareti, dove forse più che altrove è stata scritta la storia dell’alpinismo. Verso sud rechiamoci perciò ad Alleghe (VIEW POINT 8) dalle cui trafficate viuzze lo sguardo è attratto inevitabilmente dall’immane muraglia di roccia del Monte Civetta. Quasi 1500 m di strapiombo ed una selva di torri e punte fanno da calamita per il turista.
Torniamo verso nord e dirigiamoci verso il Passo Falzarego. Scendiamo verso Cortina d’Ampezzo e lungo la discesa (VIEW POINT 9) fermiamoci ad ammirare a nord la straordinaria parete sud della Tofana di Rozes! A destra svetta una meraviglia della terra: la Croda da Lago, con le sue innumerevoli guglie affilate come zanne. Una deviazione ci porta lungo la stretta e tortuosa strada del Rifugio Cinque Torri, percorribile solo in determinati orari (informarsi con cura perchè la visita qui è davvero consigliabile). E’ imprescindibile fare la passeggiata di un’ora (VIEW POINT 10) che porta ad aggirare e a entrare nel minuscolo regno delle Cinque Torri, dove decine di scalatori in estate si allenano per le grandi pareti. Bellissima è da ogni lato la Torre Grande come imperdibile è la visione da nord del trittico Torre Lusy, Torre Barancio, Torre Romana.
Andiamo ora alla mondana Cortina d’Ampezzo e poi al Passo Tre Croci (VIEW POINT 11), sotto il Monte Cristallo, per arrivare infine a Misurina (VIEW POINT 12), celeberrima perla dolomitica sulle sponde dell’omonimo lago. Qui s’impone il Sorapiss, con la sua larga muraglia.
Tramite una strada a pedaggio si risale ai piedi delle Tre Cime di Lavaredo, l’indiscusso simbolo delle Dolomiti. Al grande parcheggio si lascia l’automobile e bisogna mettersi in testa che per ammirare lo spettacolo di queste cime si dovrà camminare un po’. Non fermatevi al Rifugio Auronzo, avrete pagato per nulla. Da là non si vede praticamente ancora nulla! Ci si incammina per il facile sentiero 105 che scavalca la Forcella del Col de Mezo e poi, in leggera discesa, porta nello splendido pianoro a nord delle Tre Cime di Lavaredo (stupende e continue visioni sulle pareti nord – VIEW POINT 13). Un ultimo tratto in salita conduce al Rifugio Locatelli (VIEW POINT 14) da cui si ammira anche il bellissimo Monte Paterno (ore 1:30 circa). Da qui (se non si decide di tornare già indietro valicando Forcella Lavaredo, completando il giro delle Tre Cime) si imbocca il sentiero 101 che taglia il versante nord-est del Paterno e conduce con uno strappetto finale alla Forcella Pian di Cengia (2528 m) e all’accogliente rifugio omonimo. Sin qui 2:30/3:00 complessivamente. Conviene ora fare una breve ma significativa digressione sulla facile Croda Fiscalina Est (2677 m) per il sentiero roccioso della via normale (VIEW POINT 15). Il panorama è eccellente e, per certi versi, anche orrido, in quanto dalla vetta lo sguardo può affacciarsi verso nord praticamente a perpendicolo; roba da far tremare le gambe anche ad un alpinista. Il tutto non porta via più di un’ora e mezza tra andata e ritorno e il dislivello supplementare è di soli 150 m. Ciò che ci viene regalato, però, è prezioso: una visione completa della Croda dei Toni, una delle vette più belle delle Dolomiti tutte. Raccordandosi al sentiero 104 si torna quindi in meno di 2 ore al Rif. Auronzo, concludendo un’escursione ampia che permette di vedere il meglio di queste vette. Non sarà stato tempo perso anche se la massa degli escursionisti in estate è notevole.
Ritornati a Cortina si percorre la Val d’Ampezzo, passando per San Vito e Borca, da cui si ammirano alcune cime celeberrime: Antelao, Pelmo, Croda Marcora. Poco dopo si prende a destra la strada per il Passo Cibiana che apre le porte dello Zoldano. Dal passo è possibile raggiungere con un bus navetta il Museo della Montagna di Messner, sul Monte Rite, da cui si gode un panorama a 360 gradi e soprattutto la visione isolata del Monte Pelmo con la sua caratteristica forma a “caregòn” (VIEW POINT 16).
Ora non resta che coprire i chilometri che ci separano dalla Val Cellina, nel pordenonese, da cui parte la Val Cimoliana, ultima tappa del nostro on the road nelle Dolomiti. Giunti a Longarone si devia verso Erto passando a fianco della Diga del Vajont (!) e si prosegue per Cimolais. Qui si seguono le indicazioni per la Val Cimoliana ed il Rifugio Pordenone. La strada è in parte sterrata ma, sebbene non sempre agevolmente, è percorribile con automezzi a due ruote motrici. Giunti al parcheggio sotto il rifugio, vanno indossati gli scarponi da montagna per poter risalire tutta la Val Montanaia lungo il sentiero 353 sino alla omonima forcella. La salita richiede 3 ore buone e consente di ammirare il Campanile di Val Montanaia in tutta la sua bizzarra bellezza, circondato da un semicerchio di vette che lo valorizzano come un diamante preziosissimo. Ad un certo punto, doppiato un contrafforte, eccolo comparire sopra di noi, incombente (VIEW POINT 17). Poi ci si arriva alla base e lo si supera lasciandolo a sinistra per raggiungere il bivacco Perugini (VIEW POINT 18) e proseguire poi ancora verso l’alto. Quando si è prossimi alla forcella esso appare come un canino, ardito ed aguzzo (VIEW POINT 19) impreziosito a sinistra dalla Croda Cimoliana.
Il nostro viaggio fatto di strade tutte curve, di passi dolomitici e di 2 faticose ma facili escursioni a piedi, termina qui. Abbiamo ammirato alcune cime simbolo delle Dolomiti da punti panoramici privilegiati, abbiamo potuto osservare una selva di altre vette lungo il percorso e soprattutto abbiamo potuto farci un’idea di che cosa possa offrire di spettacolare questa regione. Molto è stato tralasciato, davvero, tutto andrà poi approfondito. Questo è solo un assaggio arbitrario.
I view points principali per visitare le Dolomiti in auto
1. Valle di San Lucano: M. Agner
2. Baita Segantini: Cimon della Pala
3. Lago di Carezza: Gruppo del Latemar
4. Strada per il Passo Nigra: Catinaccio – Torri del Vajolet
5. Val Di Funes: le Odle
6. Passo delle Erbe: Sass da Putia
7. Passo Sella: Gruppo del Sassolungo
8. Alleghe: M. Civetta
9. Versante est della strada per il Passo Falzarego: Tofana di Rozes – Croda da Lago
10. Rifugio Cinque Torri: le Cinque Torri (escursione)
11. Passo Tre Croci: Monte Cristallo
12. Misurina: il Sorapiss
13-14-15. Escursione: Tre Cime di Lavaredo – Paterno – Croda dei Toni e ritorno
16. Museo del Monte Rite di Messner: il Pelmo
17-18-19. Escursione: Campanile di Val Montanaia
GRAZIE GRAZIE GRAZIE
Mi fa piacere che questo articolo ti sia stato utile.
Spero anzi di migliorarlo ancora in futuro.
Direi a priori un buon lavoro, ma dovrebbero essere classificate le strade più gettonate di questa Vs scelta, si potrebbe utilizzare una numerazione del tragitto, sarà poi a gusto personale scegliere, mentre se fosse modificabile (ingrandimento) la mappa da Voi tracciata sarebbero maggiormente riconoscibili i luoghi del percorso, per un turista che non conosce le Dolomiti, anche se famosi i luoghi da Voi indicati.
Anticipatamente ringrazio.
L’idea era di creare un giro ad anello, più che una classifica delle strade più belle, che comunque è una bella idea. Lavorerò sicuramente ad una mappa più usabile e flessibile. Grazie.
Luca
Salve Signor Bridda
Mio marito ed io abbiamo intenzione di percorrere il tragitto da Lei descritto in automobile.
Potrebbe darci qualche indicazione per la scelta dei pernottamenti?
Grazie mille
Caspita, Marcella, su questo punto sono un tantino carente e non saprei cosa indicarle. Spero però che qualche altro utente possa darle delle indicazioni al posto mio. Un saluto. Luca
Ciao, volevo un consiglio per il periodo di pasqua e pasquetta, precisamente ad Aprile. Io e i miei amici, amanti della natura e Trekking, ma non esperti, vorremmo fare un giro turistico vicino Dolomiti in auto nei posti accessibili, con soste, passeggiate ,foto, dormire. Si parte Sabato 15 aprile ora di pranzo Da Milano e rientriamo Lunedi di pasquetta verso la sera non tardi. Quale itinerario mi consigliate? E se nel periodo di Aprile 15,16,17 si puo’ fare , credo che in alcuni posti ci sia ancora molta neve.
Grazie e Buona serata
A metà aprile di solito c’è ancora neve, soprattutto sui versanti meno soleggiati. Quest’anno ha nevicato pochissimo ma per avere un’idea della situazione consiglio la pagina webcam di abcdolomiti.
Ok, ti ringrazio. Provo a dare una occhiata.
Ciao Luca, complimenti per lavoro fatto che e’ utilissimo per chi come me conosce poco le Dolomiti. Volevo chiederti tre cose sul percorso che hai segnato.
Fine maggio e’ un buon periodo?
In quanti giorni consigli di farlo?
Volendo inserire una tappa al lago di Resia, cosa potrei saltare del tuo percorso?
Grazie
Alfredo
Ciao Alfredo, fine maggio è ok anche se il mese migliore resta ottobre. In maggio rischi di trovare ancora neve in certi punti lungo le escursioni a piedi. Ogni annata però è diversa e ti devi informare a ridosso della partenza.
Troppo lungo e complicato risponderti su questioni più specifiche ma se fai quella variante magari poi scrivimi una email così mi racconti. Un saluto!
Gentile Luca,
2 domande:
in quanti gg. è consigliabile fare questo tour?
è possibile dormire in tenda tipo bivacco?
Grazie!
Ciao,
lavoro superbo. Volevo chiederti: è anche il giro più valido da fare in mio, o per la moto – dato che il piacere del viaggio e le capacità del mezzo di andare pe strade meno ampie – è preferibile andare altrove?