Alpi Carniche e Giulie: una panoramica e informazioni generali
Le Alpi Carniche sono situate tra le Dolomiti e le Alpi Giulie, occupano in Italia il nord-ovest del Friuli-Venezia Giulia e parte del Veneto, mentre in Austria interessano la parte meridionale della Carinzia e una piccola fetta del Tirolo.
Sono montagne mediamente più selvagge e dirupate delle Dolomiti, solo apparentemente meno spettacolari di queste ultime. Potremmo forse affermare che il Sernio e la Creta Grauzaria non possano stare al pari della maggior parte delle vette dolomitiche? Non credo. Tra l’altro, il meraviglioso gruppo dei Monfalconi-Spalti di Toro fa parte delle Carniche mentre oramai viene quasi sempre inserito nei libri dedicati alle Dolomiti, tanto è bello e ha caratteristiche “dolomitiche”.
La cima più alta è il Coglians (con l’accento sulla a), che si pone al confine tra Italia e Austria. Alcuni anni fa ne percorsi il fianco sud, lungo il sentiero alpinistico “Spinotti”, per poi collegarmi alla sua via normale fino in cima.
Su queste pagine ho descritto alcune altre salite credo ben scelte: addirittura otto vette del gruppo Col Nudo-Cavallo, dove in quota non c’è acqua e vi scorrazzano i mufloni, poi – oltre a Sernio e Grauzaria – il Toc, il Monte Brentoni con la sua via comune da brivido, il Peralba dove nasce il Piave, e poi il modesto balcone panoramico del Monte Cuar e il meraviglioso, pazzo, incredibile Campanile di Val Montanaia: stare sulla sua vetta a suonare la campana è un privilegio!
Le Alpi Giulie si estendono tra il nord-est del Friuli-Venezia Giulia e la Slovenia, e sono i monti venerati e cantati dal grande alpinista e scrittore Julius Kugy. Contano nomi famosi e grandiosi, come il Montasio, il Mangart, lo Jalovec e persino una vetta – il Tricorno – che è il simbolo della piccola Repubblica di Slovenia e ne effigia la bandiera. Le Giulie le ho percorse di meno, ma solo per ragioni che nulla centrano con la considerazione che ho di esse. Le Giulie sono semplicemente stupende e il Montasio – per me – il loro emblema. Ricordo quando lo salii poco dopo l’alba, da solo, dopo una notte trascorsa alle sue pendici dentro l’auto. Ricordo il vento teso sulla cima, quell’atmosfera che ti riconcilia con la tua passione per la montagna. Il Montasio occupa nei miei ricordi un posto d’onore.
Al Rifugio Pellarini una sera incontrai il grandissimo scrittore di montagna Pietro Sommavilla, ci salutammo, ci sedemmo davanti ad una cartina aperta sulla zona del Fuart ed egli alla fine mi convinse a seguirlo l’indomani su per la Gola Nord-est, sebbene non avessi nessuna velleità né attrezzatura specifica al seguito. E fu bello, davvero.
Mi mancano ancora tante cime da salire nelle Giulie, tra l’altro di bellezza assoluta come lo Jalovec e importanti come il Tricorno. Mi mancano il Mangart, il Razor e tanto altro ancora, ma confido che ci sarà tempo e modo.
(Foto di Lorenzo Del Terra)
Non mi pesa abitare lontano dall’Italia, ma leggere questa pagina mi ha fatto ricordare che anche a me mancano molte cime delle Giulie e Carniche. E chissà quando ci potrò andare. Mi hai fatto ricordare come mi mancano le Alpi e le montagne di casa.
Beh, ci sarà tempo, no? Tra l’altro, non è che vi siano poi moltissime cime principali da salire…In due stagioni di grandissimo impegno e determinazione, secondo me si fanno quasi tutte. Se poi si volesse salire ogni cima secondaria, il discorso si farebbe ben più lungo (e interessante).
Gia’. Prima o poi…
Di chi e’ la splendida foto a proposito?
E’ dell’amico Lorenzo Del Terra, che a suo tempo mi aveva concesso la foto per abcDOLOMITI. Hai fatto bene a segnalarmi la dimenticanza qui su questa pagina, ora ho dato a Cesare quel che è di Cesare. Immagine bellissima del Canin con la bufera.
Bravo Luca.
Hai descritto con parole asciutte e precise le Carniche e le Giulie.
Mi ritrovo nelle tue percezioni. Ho risalito il Montasio in solitaria quest’estate e ho provato anch’io “quell’atmosfera che ti riconcilia con la tua passione per la montagna”. Lo scorso anno in solitaria sul Canin, pochi giorni prima il Triglav: sensazioni diverse.
Del Mangart ho il dolce ricordo di una cima della prima gioventù.
Lo Jalovez sta ancora aspettando. Chissà, magari un giorno….
Delle cime che hai citato vedo che anche a me manca ancora lo Jalovec…Se questo strepitoso finale di stagione reggesse ancora un po’, si potrebbe immaginare una salita insieme.