Campanile di Brabante – Via Tissi
Bellissimo campanile, incastonato tra guglie di arditezza straordinaria. Il luogo merita una visita anche senza l’attrezzatura d’arrampicata. La roccia di questa famosa via, aperta da Attilio Tissi su difficoltà per quei tempi estreme (VI grado), è sempre ottima, addirittura entusiasmante lungo il secondo e terzo tiro di corda, ove somiglia a quella dello “Spigolo del Velo”.
Alessandro Gogna scrisse: “la salita al Campanile di Brabante è stata importante perché per la sua brevità ed essenzialità poteva fornire un passaggio test che altre salite invece potevano presentare solo in maniera confusa. [Domenico] Rudatis, con l’esemplare relazione e con il disegno di Tissi sullo strapiombo, determinò la leggenda”.
Zona: Dolomiti, Gruppo Civetta-Moiazza.
Difficoltà e sviluppo: IV, IV+ e un tratto di VI; 95 m.
Tempi: ore 3.00 per raggiungere l’attacco.
Cartina: Carta Topografica Tabacco 025 – DOLOMITI DI ZOLDO, CADORINE E AGORDINE
Accesso
Da Belluno ci si dirige ad Agordo, si prosegue per Taibon e presso l’abitato di Listolade si imbocca la strada della Val Corpassa che conduce presso la Capanna Trieste (1135 m), dove si parcheggia. Per la larga strada sterrata si arriva in un’ora e mezza al Rifugio Vazzoler da cui poi ci si dirige verso il Rifugio Tissi lungo il segnavia 560. Giunti alla Sella di Pelsa si lascia il sentiero segnato e ci si dirige a destra per prati e poi su per il ghiaione, seguendo ogni tanto una traccia che porta dentro l’evidente e largo canale. Già appare imponente la gialla e larga sagoma della Guglia Rudatis con dietro, seminascosto, il Campanile di Brabante; più in alto spiccano altre guglie aguzze e pendenti. Si aggira a destra prima la guglia Rudatis, poi il Bocia e infine la nostra meta, sino a portarsi nell’intaglio tra il Campanile di Brabante e la Cima delle Mede. Si fa sosta sfruttando dei massi incastrati tra due enormi pietroni (ore 1.30 dal Vazzoler, 3.00 in tutto).
// Relazione
1. Si monta su un masso appoggiato tra la parete del campanile e un grosso macigno, e si sale per due metri fino ad un buon chiodo. Obliquare verso destra per 6 m, in direzione di alcuni grossi buchi con cordini (VI; 4 chiodi di cui 2 di dubbia tenuta) e doppiare lo spigolo (non facile) in forte esposizione. Traversare la parete appoggiata per 3 m, sino alla poco visibile sosta con 2 chiodi. (20 m di IV e VI).
2. Salire direttamente la parete di roccia saldissima e ben appigliata, qualche metro a destra dello spigolo o lungo lo spigolo stesso, ove appare più semplice, sino ad una nicchia posta 2 m sotto il grande tetto che chiude tutta la parete. (30 m di IV+ tecnico; 2 chiodi e 2 clessidre; sosta su un chiodo e una grossa clessidra dentro la nicchia).
3. Traversare a destra verso il lato opposto della larga parete sino al suo termine, ove si sale per due metri fino alla sosta (20 m di III, sosta su due chiodi).
4. Risalire il facile pendio (attenzione ai molti sassi mobili) raggiungendo la vetta. (25 m di I e II).
Discesa
Dalla cima si ridiscende sino alla sosta d’arrivo del terzo tiro. Da qui si appronta una doppia di 25 m in direzione del pendio che porta verso il Bocia (cioè quel basso pinnacolo posizionato tra il nostro campanile e la Guglia Rudatis). Giusto prima della parete a strapiombo troviamo un secondo ancoraggio di calata, dal quale si appronta una doppia di 30 m che, nel vuoto, porta a posarsi quasi in cima al Bocia. Da qui, una terza doppia di 30 m deposita sulle ghiaie basali.
La via è breve ma emozionante. Almeno due sequenze sono destinate a rimanere memorabili nei ricordi dei crodaioli che amano ripercorrere questo tipo di vie storiche:
Il passo di VI che Tissi aprì al cospetto del re del Belgio, corto ma impegnativo, laddove in leggero traverso si deve vincere il vuoto sottostante e rimontare con decisione l’affilato spigolo;
e la prima calata che dal Campanile di Brabante porta a volteggiare nel vuoto prima di depositarsi sulla sottostante cupola del Bocia.
Il singolo è duro, soprattutto con lo zaino in spalla e il freddo del primo mattino che ghiaccia le mani. La calata sul Bocia è fantastica ma ricordo che per arrivare al primo ancoraggio ci vuole cautela.
Breve ma bella via con bellissima roccia, fatta il 24 agosto 2022. Dall’attacco al primo chiodo non ci sono però 2 metri come da descrizioni ma bensì 5 metri improteggibili, e con eventuale caduta prima di rinviare non si finirebbe sul punto di partenza ma ancora più giù attraverso un buco.
Grazie per l’aggiornamento. È chiaro che il chiodo o è saltato o è stato tolto.
Il buon chiodo all’attacco del primo tiro è a 5 metri e non a 2 metri. Per raggiungerlo occorre salire una parete leggermente strapiombante di 6a non proteggibile.