La falesia del Mas – le Masiere
Nella Valle del Piave, a 10 km da Belluno e a 25 da Feltre, c’è un luogo dall’ambiente singolare dove l’arrampicata è praticata sin dai tempi di Attilio Tissi: la falesia del Mas. Essa è costituita da enormi massi, alti fino a venti metri, che si trovano sparpagliati qua e là in una larga spianata al cospetto della giallastra parete della Palazza. Questi massi hanno le facce estremamente lisce ed una roccia davvero particolare, almeno per queste zone. Sono moltissimi, di forme e dimensioni le più varie, a formare un caos di grande suggestione.
Questa falesia c’è chi la adora e chi la odia: si tratta infatti di un luogo appartato, un po’ per solitari, assolutamente provinciale, certamente demodé. Qui non si sente vociare in inglese, in tedesco o in altre lingue straniere. La fa da padrone il dialetto bellunese spesse volte condito da clamorose bestemmie ben scandite durante i duri passaggi di blocco.
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Le informazioni su questa falesia sono contenute nella nuova guida “Falesie delle Dolomiti Bellunesi” di Climband, un lavoro di gruppo finalizzato alla conoscenza e alla manutenzione delle falesie stesse. 29 siti in provincia di Belluno con qualche sconfinamento in Friuli e in provincia di Treviso. Le falesie: Coi, Val Barance, Igne, Cajada, Maè, Podenzoi, Malcolm, Teatro, Casso, Erto, Cimolais, Polpet, Val Galina, Soverzene, Soccher, Dolada, Teverone, Quantin, Fadalto Basso, Ceresera, Mas, Le Rosse, Mis, Val Canzoi, Le Perine, Fonzaso, Tarzan Wall. La guida è disponibile online oppure in alcune librerie e negozi di articoli sportivi, al prezzo di € 27.
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Quando, di domenica, la vicina cava è silente, solo i cinguettii degli uccelli e il ronzio degli insetti si levano in quest’oasi rinchiusa in se stessa. I sassi, infatti, sono immersi in un intricato e stepposo bosco di noccioli, abeti e ginepri, da cui emergono solamente con le piatte cime, ove è piacevole consuetudine consumare al sole una veloce merenda o schiacciare in solitudine un pisolino, per ritemprare non tanto gli avambracci quanto le dita e le piante dei piedi, qui molto sollecitate dall’arrampicata.
Compattissimo e con poche asperità, questo calcare insegna ad arrampicare meglio di un maestro in carne ed ossa in quanto obbliga a mettere in gioco qualità che poi risultano necessarie nel bagaglio di base di ogni buon climber: precisione di piedi, senso della posizione, respirazione coordinata al movimento. Su queste pareti non basta allenare i muscoli ed imparare bene laterali e lolotte per piazzare la prestazione… e il grado non è mai regalato.
Da un masso all’altro corrono scomodi sentieri ingombri di pietrame; certi punti sono umidi e macchiati di muschio, hanno l’aspetto di imboccature di grotte, espirano aria fredda. Notevole è l’escursione termica tra l’attacco di “Fronte del fuoco” e quello della vicinissima “Renegade”. Se un rinvio o una scarpetta sfuggono di mano, si corre il rischio di doverli recuperare con fatica nei buchi tra un macigno e l’altro.
In effetti però, tutto questo nulla toglie al piacere di arrampicare sempre al limite di posizioni d’equilibrio (qui “equilibrio” è l’assoluta parola d’ordine), con le punte delle scarpette aggrappate ad impercettibili asperità, le dita sempre arcuate e il bacino costantemente incollato alla parete.
Durante l’inverno l’umidità e il freddo limitano le possibilità di esprimersi al meglio ma in estate le condizioni divengono ideali. Difficile soffrire il caldo mentre si arrampica sotto una volta formata da due roccioni di 20 m, appoggiati uno addosso all’altro. Impossibile che il compagno che ti fa sicura, all’ombra del fogliame, si possa lamentare perché si sta cuocendo mentre tu fai un resting ad ogni spit. Inoltre, per il fatto che si arrampica su sassi, si hanno a disposizione pareti su tutti i versanti e questo, com’è logico, fa assai comodo nelle stagioni in cui il sole martella di più. In generale prevalgono le placche appoggiate o verticali, su appigli naturali, anche se non manca qualche linea strapiombante su buchi scavati, ovviamente più violenta e di resistenza. Andrea Gennari Daneri, nel suo “I nuovi luoghi dell’arrampicata in Veneto, Trentino, Alto Adige e Friuli Venezia Giulia”, edito nell’ormai lontano 1995, scriveva che “le pareti del Mas hanno qualcosa di cui queste sorelle maggiori (Erto, Podenzoi e Fonzaso – nda) sono talvolta carenti: cioè gli itinerari brevi, violenti e di potenza, da risolvere in poco più di due minuti d’apnea, durante i quali si fatica a staccare una mano per moschettonare”.
Grazie al lavoro e alla passione di molti arrampicatori succedutisi nel tempo, sono stati chiodati più di dieci settori, divisi in tre zone: “il Giardino dei Gigli”, tutto intorno a un grande prato; il settore “Cava”, vicino alla cava stessa, posta lungo il lato est e sud del complesso; il settore a sinistra, caratterizzato da massi bassi e vie brevi. In verità non tutto è stato fatto a regola d’arte e ciò richiede attenzione, ma la situazione è complessivamente buona, a parte qualche caso particolare.
La cava rappresenta certamente il più grave pericolo per la falesia, in quanto i massi sono ciò di cui essa si nutre. Già alcuni sotto-settori sono stati poco alla volta distrutti dall’avanzata delle ruspe. La chiodatura è generalmente buona, sebbene alcune vie presentino degli spit arrugginiti o mal posizionati che ne sconsigliano la salita. Gli itinerari sono circa un’ottantina e vanno dal 3a di “Su dai” sino all’8b di Fandango.
Enrico Cassol su Dio Vede 8a+ (foto E. Cassol)
Consiglierei una visita alla falesia soprattutto agli arrampicatori neofiti (che potranno trovare una decina di tiri sotto il 5a su cui fare esperienza) e agli arrampicatori che viaggiano dal 7b in giù. Per i climber migliori ci sono poche linee ma richiodate di recente. Nel dicembre 2013, infatti, due giovani e forti climber che amano questo luogo hanno dato il via alla richiodatura del Sasso Vecchio (G) con un paio di settimane di lavoro e altre giornate disseminate qua e là nel tempo.
Accesso
Per accedere alla palestra, da Belluno bisogna dirigersi verso Agordo percorrendo la statale, sino ad incontrare l’abitato di Mas. In vista del ponte sul torrente Cordevole (zona Ponte Mas), si svolta a sinistra e lo si oltrepassa, girando immediatamente a destra per una strada asfaltata che va verso la Certosa di Vedana. Dopo meno di un chilometro di asfalto irregolare, si prende la prima stradina isolata a sinistra, in leggera salita, proseguendo per pochi metri e imboccando subito la seconda strada a sinistra, sterrata, tutta buche e fango. Si prosegue per 30 metri e si parcheggia, cercando di posteggiare con ordine e di non calpestare il grande prato, al di là del quale s’impone la mole dei massi. Nell’eventualità che i pochi posti utili al parcheggio siano occupati è necessario tornare in paese e parcheggiare vicino al ponte. I nomi delle vie sono in gran parte riportati alla base.
Si ringraziano per le moltissime e preziose informazioni fornite: BePositive, Lorenzo Gris, Alberto Grava, Moris Feltrin ed Enrico Cassol.
Masso A (da sinistra)
1. Relax 6c
2. Capriccio (schiodata)
3. Odio 5b
4. Paperoga 5c
5. Ferito nell’animo 6c
6. Zakea 6b
7. Soffio Gelido 6c+
8. Tron 5b
9. La blu (ex “Toni Gewitter”) 5a/b
10. Movimento tellurico 6a+
11. Tira rospo 6a+
12. Claudia fobia 5c
13. Done free mamo 6a+
14. Senza nome 7a/7a+
15. R.S.I. 5b
16. Morbo di M. 6a+
17. Direttiva primaria 6a+
18. La busona 6a
19. Elite supreme 6b
20. Traverso 5b+
21. Notte insonne 7c
22. S. p. A. 6a+
23. Palughetto 6b+
Masso B (da sinistra)
1. X i più svegli 5c
2. Radames 6a
3. Tamara 5b
4. Per pensionati 5a
5. Fregola 4c
6. Libera 4b
7. “54” 4b
8. Senza nome 4?
Masso C (da sinistra)
1. Prova (schiodata)
2. Tita 7a (attenzione alla partenza e al terzo spit)
3. The first love 7b (chiodi vecchi)
4. Renegade 7b+ (chiodi vecchi)
5. Magici pensieri 6c
6. Fronte del fuoco 7a
Masso D (da destra)
1. Orny sex 6a
2. Archimede 6c
3. Cappuccino espresso 6a
4. Mandate via le ruspe 5c+
5. Dio vede 8a+
Masso E (da destra)
11. Senza nome 3a
12. Senza nome 3a
1. Su dai 3a
2. Formiche rosse 4b
3. Trudy 4a
4. PH 4b
5. Variante diretta di PH 4c
6. Gaia 4c (catena vecchia)
8. A bugs life 7b
9. Progetto ?
7. Regade letale 7b
10. Asleppos 7c+/8a (da confermare)
Masso F (da sinistra)
1. Senza nome 6a+
2. Senza nome 4c
Masso G – Sass Vecio (da sinistra)
1. Magia di notte 7c+ (versione lunga: project)
2. Ottoz Gineprin 6c
3. Senz appil 7c (da confermare)
4. Spagnola spray 7a
5. Tuono blu 7b+
6. Torbe in the night 7b+ (versione lunga: 8a+ da confermare)
7. Beack Gamon 8a+ (da confermare)
8. Sangue di yogurt 8a
9. Thriller verticale 8b
10. Naturalmente 8b (da confermare)
20. Fharel ? (progetto)
21. Progetto ?
11. Supersgranf 7c
12. Fandango 8b
22. San Silvano dal Mas 7b (forse più dura dopo la rottura di alcuni appigli)
23. Spit e spera 7a
13. Oliver Twist 7c
14. Mary Popin 6c/6c+
16. Pinucio Ciucia 6c
24. La bonona 6a
17. Samantha Fox 5c+
18. Agata Sax 6c
19. Rioby (schiodata)
Masso H
1. Charleston 6a+
2. Beack Gamon 4c
Masso i
Un solo spit sul lato nord. Parete adatta per nuovi sviluppi della palestra.
Masso O (da sinistra)
1. Via I 6c/6c+
2. Via II 6c/6c+
3. Spigolo (facile)
Masso L (linee di soli 5 m)
1. Senza nome ?
2. Senza nome ?
3. Senza nome ?
Masso M
1. Giulia 6b+
Masso N
1. Utopia verticale 6a+
2. Pompadur 6a+
Masso R (vie molto brevi)
1. Senza nome ?
2. Senza nome ?
Sul “Masso C” c’è la via Tita 7a che richiede prudenza, perchè il primo chiodo è alto e cadere significherebbe finire in un buco a lato! Qualche tiro del Mas è “un po’ così” in fatto di chiodatura, ma le cose stanno migliorando sempre di più grazie ad alcuni volenterosi.
12/01/2020 giro e arrampicata al Mas.
Premettendo che non sono esperto di roccia e geologia, la parte di masso che ospita la sosta di CLAUDIAFOBIA “suona vuota”…. Boh, se qualcuno di più esperto ci passa…
Complimenti e grazie comunque a chi chioda e fa la manutenzione.
Bel pomeriggio.