Escursioni

Monte Aiàrnola (2456 m), via normale di salita

A questo monte, che preannuncia il gruppo del Popera e si pone a cavallo tra la Val di Padola e la Val d’Ansiei, è persino toccato l’onore d’esser citato in alcuni versi di Carducci, che nel 1892 scrisse: “Auronzo bella al piano stendentesi lunga tra l’acque / sotto la fósca Aiàrnola… / e di borgate sparso nascose tra i pini e gli abeti / tutto il verde Comélico…”. Un ottimo biglietto da visita, non c’è che dire. E difatti il monte non delude. La via di salita è interessante e con scorci sempre diversi, la vetta regala solitudini e relax, sotto il frusciare di bandiere tibetane, e la discesa un minimo d’ingaggio, cosa che non guasta mai (aggiornamenti recenti raccontano la discesa come molto ostica per le mutate condizioni del pendio…fare attenzione).

Zona: Dolomiti di Sesto e Auronzo.
Dislivello in salita: 1050 m circa.
Difficoltà: EE
Tempi: ore 3.00
Cartina: Carta Topografica Tabacco 017 – DOLOMITI DI AURONZO E DEL COMELICO

Relazione via normale al Monte Aiarnola – traversata del monte

Da Belluno si va ad Auronzo e di qui verso Padola e il Comelico, transitando per il Passo di Sant’Antonio, ove si parcheggia (1450 m).
Si scende 20 m in versante Padola e si imbocca la stradina a sinistra (cartelli). Si seguono le indicazioni per l’Aiarnola imboccando il sentiero 153, che dopo un’ora circa di cammino sbuca dal bosco e va a incrociarne altri. Il 153 prosegue a destra mentre a sinistra il sentiero scende verso Auronzo. Noi seguiremo il sentiero 127 (cartello) che in salita risale il versante est del monte fino in cresta (croce). Da qui si passa brevemente in versante ovest, quindi ancora facilmente in cresta, si risale un canale detritico e si superano due anticime, per arrivare infine sulla vetta (ore 3.00).
La discesa può ovviamente avvenire per il medesimo percorso della salita ma noi consigliamo agli escursionisti esperti e muniti di casco qualcosa d’altro.
Proseguire per l’opposto versante sempre seguendo l’ottima traccia. Si aggira a sinistra un costone, scendendo e risalendo, quindi avanti per la cresta fino ad un bivio. Qui si prende a destra (indicazione Padola), giù lungo un canalone detritico e franoso, non sempre banale, che richiede attenzione e piede fermo (aggiornamenti recenti descrivono il canalone come assai ostico, fare attenzione e valutare in autonomia). Giunti al ghiaione, lo si discende tenendosi a destra del flusso principale. Al suo termine prestare attenzione a non saltare il bivio con il sentiero 153, che va invece imboccato verso destra e che conduce in salita ad una forcella e successivamente ad incrociare il sentiero 125 (bivio già incontrato all’andata). Si prosegue seguendo il segnavia 153 fino al passo e all’auto.

Luca Bridda

Fondatore di www.abcDOLOMITI.com, laureato in economia con master, lavora da 20 anni nel settore human resources e nel settore web marketing/vendite. Ha pubblicato articoli per le più note riviste dedicate alla montagna e all’alpinismo, è appassionato da trent'anni di alpinismo e arrampicata sportiva. Ha pubblicato una guida escursionistica, una guida di arrampicata sportiva, un libro di racconti dedicati alla montagna, e ama dipinge montagne https://www.abcdolomiti.com/varie/disegni-e-dipinti-di-paesaggi-montani-luca-bridda/

7 pensieri riguardo “Monte Aiàrnola (2456 m), via normale di salita

  • zambelli

    Ciao.
    Lascio qui il mio parere dopo avere effettuato questo giro il 3/08/20, con la differenza che alla fine sono sceso dopo il bivio per tornare al passo dal 164.
    Per la discesa preciserei che i segnavia sono rari e vecchi, e subito sotto la cima ci si sbaglia lungo un sentiero evidente creato da chi si è sbagliato prima di noi… dopo esitazioni (sempre utili) si torna indietro e si intuisce che il sentiero va giù ad Ovest, ma i segnali sono insufficienti…
    Fino alla forcella Valdarin dove è segnato in maniera visibile e inestetica che il canalone è pericoloso e solo per esperti! Ok ma a questo punto tornare indietro…
    Allora effettivamente, il canalone è molto difficile, c’è da mettere i bastoni in sacco e adoperare tecnica di arrampicata di discesa, raccomanderei i guanti per i sassi molto “affilati” ci si affida al proprio buon senso perchè le indicazioni per il senso buono sono assenti… dopo grande concentrazione e fatica si riprendono i bastoncini per cercare di superare il lungo ghiaione (più sassi che ghiaia) sulla destra come scritto e finalmente uscire da li, sempre pensando se ad andare su sarebbe stato peggio ?
    In conclusione, consiglierei di tornare giù dal percorso di salita.

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    • Grazie mille per il tuo contributo. Sono d’accordo, i meno pratici è meglio usino il percorso di salita anche per la discesa.

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    • Anche io ho sceso il canalone da forcella Valdarin nel settembre del 2020 e l’ho trovato molto più ostico di come lo fanno tutte le relazioni: tutto franoso, senza alcuna traccia di una benché minima traccia di discesa, tutto da improvvisare con una sacco di attenzione e buon senso (se si è in comitiva stare attaccati perchè vien giù tutto con uno sputo). In diversi punti sulle rocce a lato del canalone ho visto dei bolli rossi che mi sono sembrati del tutto casuali, ma evidentemente sono testimoni di una situazione precedente, ben diversa, in cui evidentemente una traccia segnata (più o meno blanda) c’era. Vedendo anche i grandi franamenti e le colate di sassi e massi lungo tutti i ghiaioni inferiori alla cui base si intercetta il sentiero per rientrare, io ho fatto l’ipotesi che il canalone e in generale questo versante della montagna sia stato duramente colpito dalla tempesta Vaia (e infatti tutte le relazioni di salita che si trovano in rete – e che la fanno tutto sommato facile – sono precedenti a Vaia). Sia come sia, ora la situazione è abbastanza precaria ed effettivamente per molti che arrivano in forcella Valdarin (pensando di trovare un canalone praticabile in maniera abbastanza facile) si potrebbe rivelare una trappola delicata. Forse un cartello in cima all’Ajarnola dovrebbe avvisare della situazione per chi intende tentare la traversata.
      PS: Anche io ho trovato molto deboli le tracce e molto flebili i bolli rossi già prendendo a scendere sotto la cima e anche io ho seguito lì per lì una traccia in cresta che porta fuori strada (anche se con un piccolo tratto di arrampicata ho constatato che si potrebbe anche passare di là con linea più diretta, al netto di un piccolo tratto di arrampicata facile ma un po’ esposta). Insomma, andrebbe segnato tutto un po’ meglio, o perlomeno avvisare che si tratta di un percorso un po’ tutto da stare attenti.

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  • Io, oggi, dopo esser sceso alla forcella dopo l’Arnaiola, ho tentato la discesa del canalone, (puntavo alla croda da campo) ma arrivato a metà, dove c’era un grosso sperone, non ho visto una via fattibile: troppo sfasciume e nessuna traccia chiara. Ci ho quindi rinunciato e sono tornato sui miei passi per scendere ad Auronzo dalla forcella.

    Per me la difficoltà di questo canalone é oltre il livello di escursionisti esperti, almeno in discesa…

    Premetto che la scorsa settimana sono salito al monte Popera e non ho trovato difficoltà di questo genere…

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  • Proprio oggi ho raggiunto la vetta e sceso poi per il canalone in questione. Confermo quanto descritto nella relazione e nei successivi commenti: solo per esperti, segnato pochissimo, frana tantissimo e alcune difficoltà non comuni su altri sentieri.
    Alla fine mi sento anch’io di consigliare il rientro lungo il percorso di ascesa a meno che uno non sia esperto e tranquillo nell’affrontare un difficile percorso in discesa: in questo caso il canalone si può fare con la dovuta attenzione.
    Dopo aver letto la relazione ho provato a tenere la destra come veniva suggerito ma alla fine, un po’ seguendo i bolli rossi e un po’ seguendo una specie di camminamento che sembrava già fatto, sono sceso fuori sentiero sulla sinistra. La traccia gps lo conferma ma una volta fuori del canalone scendendo ho facilmente ritrovato il sentiero.
    Di tutta la gita il canalone è l’unica parte poco divertente ma che di fatto ti permette di fare la gita con giro ad anello: alla fine ho proseguito sul 125 per incrociare il 164 e così rientrare verso la macchina.

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